domenica 18 settembre 2022

Giarre, i racconti degli ospiti della casa circondariale/Icatt in un libro

Tirare fuori le emozioni dei ragazzi ospiti della Casa circondariale/ICatt di Giarre nella convinzione che lavorare sulle emozioni possa aiutarli a conoscersi di più e ad attuare degli stili comportamentali migliori. Con questo spirito due volontarie Roberta Cuscona, psicologa, e Rossana Strano, assistente sociale istruttore direttivo presso il Comune di Giarre, hanno condotto dei lavori di gruppo dentro la struttura detentiva. Il frutto del loro lavoro è raccolto in un libro dal titolo “Ricomincio da me - Storie di vita dei ristretti della Casa circondariale/ICatt di Giarre”, Algra Editore, presentato nel salone degli specchi alla presenza del sindaco Leo Cantarella, delle assessore Antonella Santonoceto e Giusi Savoca, della direttrice della casa circondariale/Icatt Milena Mormina e dinanzi a un pubblico di professionisti del settore. Presenti anche tre ragazzi che hanno partecipato ai lavori di gruppo. Un lavoro quello compiuto da Cuscona e Strano definito affascinante da Raffaela Giordani, esperta in programmazione e gestione delle politiche dei servizi sociali. “Le volontarie hanno scoperto delle fragilità ma anche dei punti di forza che ciascuno di noi ha - ha detto la direttrice Mormina - La nostra mission è fare in modo che la permanenza dentro l’istituto sia una parentesi. Ciascun racconto del libro suscita tante emozioni”. La direttrice ha evidenziato che erano anche tre “ex ospiti”, a testimonianza di un sentimento positivo dell'esperienza vissuta che è rimasta in loro. L’Icatt di Giarre si distingue per la capacità di rieducazione: e a dirlo è in un messaggio il dott, Meli, magistrato di sorveglianza che ha approvato la presenza dei ragazzi all’incontro. La psicologa dell’Icatt Irene Fiori ha sottolineato quanto il lavoro di gruppo sia una grande risorsa per aiutare i detenuti a mettersi in discussione. “Volevamo provare a dare voce alla sofferenza di questi ragazzi che spesso camminano nel vuoto e per questo si perdono - ha detto Roberta Cuscona - Non sapevamo se avrebbero collaborato. Invece, hanno lavorato in modo attivo e hanno deciso di scrivere le loro emozioni”. “Tutto è successo durante la pandemia, non hanno più potuto vedere i familiari e solo noi eravamo loro punto di riferimento”. ha aggiunto Rossana Strano. Il 29 settembre sarà siglato un protocollo tra il Comune, l’Icatt e l’Ufficio distrettuale esecuzione penale esterna per creare uno sportello di inclusione per soggetti sottoposti a esecuzione penale, al fine di promuoverne l’inclusione sociale.

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Maria Gabriella Leonardi

 

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